Disabilità e istruzione: i conti non tornano

In Italia solo l’11 per cento di persone con disabilità consegue un titolo di istruzione terziaria, contro la media europea del 29.4 per cento. Un risultato sconfortante se si pensa come il nostro Paese è stato tra i primi ad abolire le classi differenziali per puntare a una piena inclusione scolastica.

L’Italia è anche tra i Paesi con i tassi più alti di partecipazione degli studenti con bisogni educativi speciali nelle scuole tradizionali.

Alunni con disabilità, i dati del “Rapporto sulla disabilità in Sardegna, a cura di Ierfop Onlus”

Il Rapporto sulla disabilità in Sardegna curato da Ierfop, dedica un capitolo sulla disabilità all’interno delle istituzioni scolastiche. Prima della presentazione dei dati si specifica come «vengono considerati disabili ai fini dell’analisi, gli studenti che hanno una certificazione in base alla legge 104/92 e che usufruiscono degli insegnanti di sostegno».

A livello nazionale si registra un aumento graduale di alunni con disabilità. Dal 2009 al 2020 c’è stata una crescita di 1.3 punti percentuali, passando dal 2.2 al 3.5 per cento.

Tutte le aree geografiche del Paese rilevano un aumento di studenti con disabilità con le isole che registrano un aumento di 1.7 punti percentuali (dal 2.3 nel 2009 al 4 per cento nel 2020) rispetto alla media nazionale. L’area con l’aumento inferiore è il Nord-Est (+1 per cento rispetto all’anno precedente).

Per quanto riguarda la presenza di alunni con disabilità per ordine scolastico, nel 2020 si registra il 2.6 per cento di alunni con disabilità nelle scuole dell’infanzia, il 4.2 per cento nella scuola primaria, il 4.4 per cento nella scuola secondaria di primo grado e il 2.9 per cento nella scuola secondaria di secondo grado.  

Approfondendo i dati riguardanti la Sardegna, si osserva un aumento di studenti con disabilità pari a 2.2 punti percentuali (passando dall’1.8 per cento del 2009 al 4 per cento del 2020).

I dati relativi gli alunni con disabilità per ordine scolastico in Sardegna mostrano la percentuale di aumento maggiore nella scuola secondaria di secondo grado (+2.4 punti percentuali) passando dall’1.5 al 3.9 per cento e la crescita inferiore, come a livello nazionale, nella scuola dell’infanzia (+1.3 punti percentuali).

Per il 2020, a livello regionale, abbiamo quindi il 2.4 per cento di studenti con disabilità nella scuola dell’infanzia, il 4.3 per cento nella scuola primaria, il 4.8 per cento nella scuola secondaria di primo grado e il 3.9 per cento nella scuola secondaria di secondo grado.

Approfondendo i dati regionali per tipologia di disabilità, dal 2012 al 2020, si registra un leggero calo di alunni con disabilità visiva, con disabilità uditiva e con disabilità motoria mentre aumenta il numero di alunni con disabilità intellettiva.

Gli alunni con disabilità visiva passano dal 2.11 per cento del 2012 all’1.16 per cento del 2020; quelli con disabilità uditiva passano dal 3.10 per cento all’1.13 per cento e quelli con disabilità motoria dal 4.22 per cento al 2.26 per cento. Gli alunni con disabilità intellettiva, invece, passano dal 90.58 per cento al 95.45 per cento.

Gli ostacoli alla piena inclusione

Ma quali sono gli ostacoli che ancora vanno superati? Un primo ostacolo è rappresentato dalle barriere architettoniche. Secondo il report Istat dedicato all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità aggiornato al 2022, solo una scuola su tre risulta accessibile per gli studenti con disabilità motoria (nel report vengono considerate accessibili le scuole che possiedono determinate caratteristiche, quali ascensori, bagni, porte e scale a norma). Un dato che va a peggiorare nel caso di alunni con disabilità sensoriali (solo il 16 per cento di scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia mentre solo l’1.5 per cento delle scuole presenta mappe a rilievo e percorsi tattili).

Altro ostacolo è costituito dalla quota di insegnanti senza formazione specifica (32 per cento), ma impegnati in classi frequentate da alunni con disabilità per fronteggiare la carenza di figure specializzate. L’insufficienza di insegnanti con formazione specifica spesso si affianca a un ritardo nell’assegnazione.

L’abbandono scolastico

Altro dato che incide fortemente sul numero di persone con disabilità è quello relativo all’abbandono scolastico. Nell’Unione Europea il fenomeno è molto più accentuato per le persone con disabilità (31.5 per cento contro il 12.3 per cento delle persone non disabili).

Le risorse economiche

Per quanto riguarda gli studenti con disabilità, alle disposizioni di legge si affiancano risorse economiche. Tra queste i 100 milioni di euro a favore dei Comuni previsti dal Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità o i 231 milioni capitolati nell’ultima legge di Bilancio per il Fondo per la disabilità e non la non autosufficienza, finalizzati a iniziative per il potenziamento dei servizi di assistenza per gli alunni con disabilità.

Emanuele Boi

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